mercoledì 13 agosto 2014

COME POSSO DIRLO A MIO FIGLIO? Comunicare eventi traumatici ai bambini.

Di fronte a eventi traumatici, come la morte di una persona cara, un incidente grave o un qualsiasi altro evento emotivamente distruttivo, ci si interroga su come comportarsi con i bambini, se dire loro la verità e come dirla.
Culturalmente, tendiamo a proteggere i bambini dalla sofferenza e dal dolore, evitando di coinvolgerli. A tal proposito, ciò che è fondamentale sapere è che, indipendentemente dal fatto che siano stati coinvolti direttamente o meno nell’evento traumatico, i bambini si rendono sempre conto quando succede qualcosa di grave. Il bambino coglie la tensione nell’adulto, anche se questi cerca di controllarsi e sente l’incertezza che crea in lui il non capire cosa sta succedendo. Se si tace o si resta troppo vaghi, il bambino resterà da solo con le sue fantasie negative, che creeranno in lui ansia e vulnerabilità.
Sulla base di ciò, quindi,  la prima cosa da fare è dire ai bambini cosa è successo. E’ importante dare messaggi chiari, essere sinceri e aperti su ciò che è accaduto e ciò che accadrà. Ovviamente è necessario tenere conto dell’età del bambino: perciò i messaggi e le spiegazioni devono essere semplici e con parole adeguate alla sua età.
Se possibile, è preferibile che a fare la comunicazione sia il genitore del bambino, o comunque una persona che lui conosce bene e di cui già si fida. Ciò non è mai facile e dovrà esserci il tempo e la tranquillità per poterne parlare. Sarà necessario dare al bambino la possibilità di fare tutte le domande che vuole e gli si dovrà rispondere in modo sincero. Tutti sappiamo che le domande dei bambini possono essere molto scomode, a volte. Dunque se ci si trova in difficoltà o non si sa cosa rispondere, oppure non ci sono risposte, bisogna dirlo al bambino: “non lo so!” o ancora “è una domanda che mi faccio anch’io…”. I bambino questo lo capiscono.
C’è poi un aspetto da sapere. I bambini reagiscono e comunicano in modo diverso dagli adulti. Alcuni piangono o protestano esprimendo in questo modo il dolore e la rabbia. Altri, invece, si comportano in modo apatico, come se non avessero compreso ciò che gli è stato appena detto. Essi, a differenza degli adulti, alterneranno momenti di rabbia, irrequietezza, paura, agitazione, a momenti più tranquilli, in cui saranno assorti nelle loro cose come se nulla fosse successo. Questo è normale. Parallelamente, ritorneranno più volte sull’argomento, ripetendo all’adulto le stesse domande: l’adulto deve poter accettare questo bisogno del bambino, affinchè egli possa assimilare l’accaduto.
In tali situazioni è importante a volte il supporto di uno psicoterapeuta, soprattutto se le persone con cui il bambino vive non sono in grado di aiutarlo: l’intervento, spesso di breve o media durata aiuterà l’interessato a risolvere il problema post-traumatico e a prevenire eventuali difficoltà future.
(Fonte: www.emdr.it)  

Dott.ssa Giovanna Olivero
Psicologa Psicoterapeuta
Specialista età evolutiva
Riceve a Bra e Moncalieri

3477025158

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