Culturalmente,
tendiamo a proteggere i bambini dalla sofferenza e dal dolore, evitando di
coinvolgerli. A tal proposito, ciò che è fondamentale sapere è che, indipendentemente
dal fatto che siano stati coinvolti direttamente o meno nell’evento traumatico,
i bambini si rendono sempre conto quando succede qualcosa di grave. Il bambino coglie
la tensione nell’adulto, anche se questi cerca di controllarsi e sente
l’incertezza che crea in lui il non capire cosa sta succedendo. Se si tace o si
resta troppo vaghi, il bambino resterà da solo con le sue fantasie negative,
che creeranno in lui ansia e vulnerabilità.
Sulla
base di ciò, quindi, la prima cosa da
fare è dire ai bambini cosa è successo. E’ importante dare messaggi chiari,
essere sinceri e aperti su ciò che è accaduto e ciò che accadrà. Ovviamente è
necessario tenere conto dell’età del bambino: perciò i messaggi e le
spiegazioni devono essere semplici e con parole adeguate alla sua età.
Se
possibile, è preferibile che a fare la comunicazione sia il genitore del
bambino, o comunque una persona che lui conosce bene e di cui già si fida. Ciò
non è mai facile e dovrà esserci il tempo e la tranquillità per poterne
parlare. Sarà necessario dare al bambino la possibilità di fare tutte le
domande che vuole e gli si dovrà rispondere in modo sincero. Tutti sappiamo che
le domande dei bambini possono essere molto scomode, a volte. Dunque se ci si
trova in difficoltà o non si sa cosa rispondere, oppure non ci sono risposte,
bisogna dirlo al bambino: “non lo so!” o ancora “è una domanda che mi faccio
anch’io…”. I bambino questo lo capiscono.
C’è
poi un aspetto da sapere. I bambini reagiscono e comunicano in modo diverso
dagli adulti. Alcuni piangono o protestano esprimendo in questo modo il dolore
e la rabbia. Altri, invece, si comportano in modo apatico, come se non avessero
compreso ciò che gli è stato appena detto. Essi, a differenza degli adulti,
alterneranno momenti di rabbia, irrequietezza, paura, agitazione, a momenti più
tranquilli, in cui saranno assorti nelle loro cose come se nulla fosse
successo. Questo è normale. Parallelamente, ritorneranno più volte sull’argomento,
ripetendo all’adulto le stesse domande: l’adulto deve poter accettare questo
bisogno del bambino, affinchè egli possa assimilare l’accaduto.
In
tali situazioni è importante a volte il supporto di uno psicoterapeuta,
soprattutto se le persone con cui il bambino vive non sono in grado di
aiutarlo: l’intervento, spesso di breve o media durata aiuterà l’interessato a
risolvere il problema post-traumatico e a prevenire eventuali difficoltà
future.
(Fonte:
www.emdr.it)
Dott.ssa Giovanna
Olivero
Psicologa Psicoterapeuta
Specialista età
evolutiva
Riceve a Bra e
Moncalieri
3477025158
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