giovedì 29 ottobre 2015

COME RIPARARE QUALCOSA CHE SI E' ROTTO?

Ad ognuno di noi capita prima o poi nella vita di fare i conti con qualcosa che si rompe: a volte si tratta di crepe interiori, altre volte le crepe sono esterne, ma si riflettono dentro di noi in modo indelebile. E' questo il caso di relazioni sentimentali che finiscono o che entrano in una fase di "turbolenza".
Quando questo capita, è facile andare in crisi, poiché l'equilibrio che c'era fino a quel momento si è inevitabilmente spezzato e quello che c'era prima ora non c'è più.

Questo pensiero ci spaventa... e come può non farlo! Ci si sente perduti e svuotati di significato. Ogni cosa perde di senso e ci si ritrova a raccogliere i cocci e i pezzi di noi stessi. In effetti, a volte, è molto difficile affrontare e accettare un cambiamento.

C'è però un modo di vedere il tutto, che può aiutarci a trovare nuovi significati alla crisi che si vive.
Questo punto di vista ci viene suggerito da una tecnica giapponese che si chiama "Kintsugi". 

In cosa consiste? In parole semplici, quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, ne valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con oro e metallo prezioso. In questo modo l'oggetto acquista di valore e diventa più bello.

Analogamente, quando nella nostra vita si rompe qualcosa, ciò che a volte ci sfugge è che la crepa che ha determinato la spaccatura può diventare nel tempo un aspetto di forza e miglioramento, se si riesce ad affrontarla con cura. Detto più banalmente, le ferite se curate ci rendono più forti.

Ma c'è di più. Tutto questo "ROMPERE-CURARE-RIPARARE-RICOMPORRE" racchiude nel suo insieme il significato della nostra vita. L'equilibrio vero si acquisisce in base alla capacità della persona di cambiare e trasformarsi nel tempo, rispettando sempre la propria essenza e facendo "fruttare" le proprie esperienze.

Solo guardando dentro la crepa si può iniziare a rendersi conto piano piano che essa è un'opportunità per migliorare qualcosa che fino a quel momento non aveva funzionato per il meglio. Sono così quella crepa può acquistare un nuovo significato e diventare una risorsa, anziché una colpa.

Dr. Giovanna Olivero
Psicoterapeuta

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