Ogni anno il 25 novembre si celebra la Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Nonostante il
lavoro dei Centri Antiviolenza, le numerose campagne di sensibilizzazione e gli
adeguamenti legislativi, la spirale
della violenza continua la sua escalation. Nel 2016 sono 108 le donne vittime di femminicidio: ma
questa è solo la punta dell'iceberg. Sono gli esiti di un fenomeno trasversale
che riguarda tutte e tutti, che non fa differenze per età, cultura o estrazione
sociale.
Dalle rilevazioni Istat 6 milioni 788mila donne in Italia
hanno subito violenza nel corso della propria vita, più del 90% di queste
violenze avviene ad opera di partner o ex partner, il 93% delle violenze
perpetrate dal coniuge, compagno o fidanzato non viene denunciato.
Ancora troppo spesso la gelosia e il controllo vengono
confuse con espressione di attenzione e di amore. Il controllo economico, le
limitazioni della libertà personale, l'impedimento a lavorare sono ancora
accettati come compromessi per il bene della famiglia. Ma dietro questa
facciata si nascondono forme subdole e sottili di violenza che durano nel
tempo, pervadono la relazione e diventano ordinarie per le donne che le vivono
ogni giorno.
La forma più diffusa di violenza è la violenza domestica e
familiare, che nasce e si sviluppa in una relazione di coppia, che dura anni,
che si confonde con l'amore e si nasconde per vergogna. Spesso ci si chiede “ma
perchè non lo lascia?”, di ragioni c'è ne sono molte di natura psichica, ma
anche culturali e sociali. La violenza rappresenta una delle esperienze più
traumatiche, disorganizzanti e globalizzanti che gli esseri umani di qualsiasi
età possano sperimentare. Vivere anni in situazioni di maltrattamento è
un'esperienza pervasiva e debilitante per la persona, che alimenta sentimenti
di insicurezza, paura e inadeguatezza. Spesso le donne che vivono questa
esperienza sviluppano una percezione negativa di sé, non si sentono capaci e
temono che denunciare non porti a reali cambiamenti, che al contrario la
denuncia possa esporre loro stesse e i figli a rischi e pericoli maggiori. Per
timore tendono a non parlare con nessuno di quanto accade, prendono le distanze
da parenti e amici, e sono sempre più sole.
Intorno a queste donne si crea una ragnatela fatta di paura,
vergogna e colpa che rende molto difficile rompere il silenzio. Per questo è importante continuare a parlarne, con le parole
ma anche con il linguaggio del corpo e delle emozioni, per condividere, per non
sentirsi sole.
Il 26 e 27 novembre si svolgerà a Collegno uno spettacolo di
teatro danza, costruito a partire dalle testimonianze del Centro Donna che
verranno portate in scena da ragazze e ragazzi del Lab22 per dar voce alle urla
silenziose delle donne che vivono in situazioni di violenza.
Synergia Centro Trauma da anni è impegnata nella lotta alla violenza e
offre sostegno e aiuto a tutti coloro che subiscono o hanno subito nel corso
delle loro vita qualsiasi forma di violenza o maltrattamenti.
Chiama per prendere un appuntamento.
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